Bernetti, presidente Imt, risponde alle accuse di Pieralisi: «I prezzi compito nostro, le crisi aziendali meno»

Bernetti, presidente Imt, risponde alle accuse di Pieralisi: «I prezzi compito nostro, le crisi aziendali meno»
di Véronique Angeletti
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 15 Maggio 2024, 01:10 - Ultimo aggiornamento: 17:40

Andrea Pieralisi, ad di Tenuta Pieralisi azienda Agricola Monte Schiavo, ha inviato la lettera di recesso dall’Imt, Consorzio grande 500 aziende che rappresenta l’89% del vino imbottigliato nelle Marche. Afferma che non si sente tutelato e cita l’assenza di analisi di tipo economico-congiunturale sulle dop marchigiane, in particolare sui vari scenari in seguito al cambio di governance di Terre Cortesi Moncaro sul Verdicchio.

Michele Bernetti: come presidente dell’ente, come vede questa decisione?

«Ci dispiace, è un socio fondatore e spero che di nuovo sarà tra di noi siamo pronti ad accoglierlo. Ma il fatto che non si sente tutelato e cita la cooperativa Moncaro non rientra nelle nostre competenze».

Il caso Moncaro non interessa Imt?

«Come Imt seguiamo con attenzione e siamo preoccupati per le ricadute sul territorio ma è un’azienda privata, e sarebbe un'inappropriata ingerenza intervenire nella governance di una cooperativa socia».

Pieralisi, tuttavia, non si aspetta prese di posizione sul nuovo Cda ma un’analisi dei futuri scenari.

«Sarebbe utile. Moncaro è un’importante collettore di vino ma questo non rientra nei ruoli e nel potere di tutela e di regolamentazione del mercato del Consorzio. Il nostro mandato istituzionale segue il percorso dalla vigna alla cantina, fino alla bottiglia, esegue le verifiche e registra dati che permettono di ottenere la completa tracciabilità dei vini a denominazione di origine, dà la garanzia della loro lealtà mercantile nei confronti del consumatore e, soprattutto, fa una fotografia giornaliera dello stato e dei numeri di ogni Denominazione.

Informazioni che ci consentono una gestione più efficiente e più efficace e di attivare le eventuali politiche di regolazione dell’offerta sul fronte del posizionamento di mercato (osservatori prezzi) e sull’eventuale eccesso di giacenze».

Ovvero?

«Rientra nelle nostre competenze, intervenire per ridurre ad esempio le rese annuali nel caso si prospetti un esubero di prodotto o fare delle operazioni di stoccaggio per non fare scendere il prezzo. Nel caso del vino marchigiano, e del Verdicchio, la Dop che preoccupa Andrea, abbiamo tutti i dati e confermano che, per il momento, non ci sono le condizioni per intervenire».

Comunque, dalle fibrillazioni del comparto, Pieralisi ha espresso a voce alta i pensieri di tanti.

«Un sentimento che rispetto, ma le crisi aziendali potrebbero al limite essere compito delle organizzazioni agricole. Il consorzio si attiva se c’è un problema sulla denominazione. E finora non ci sono».

Pieralisi parla anche del futuro del vino a rischio con un’evoluzione dei consumi.

«Abbiamo dei dati che non sono allarmanti come altrove. Ad esempio la Riserva di Verdicchio, fascia alta del prodotto, sta registrando un +30% e la stessa produzione (non riserva ma di prezzo maggiore) sta tenendo bene il mercato. Il che dimostra che la strada della qualità, e questo vale per tutte le Dop delle Marche, è la via maestra».

© RIPRODUZIONE RISERVATA